Era la notte di San Lorenzo, e Francesco e Prisma erano in riva al mare come ogni anno, insieme alla loro famiglia, ma essendo i discorsi degli adulti, cosi noiosi e piatti, i due, spesso e volentieri, si isolavano per chiacchierare, in attesa della tradizione dei fuochi e delle loro fiamme , che illuminavano gli occhi e i sogni di tutti i bambini.
Però, dovreste sapere, che Prisma non era come tutti gli altri bambini,
a lui, sicuramente piacevano molto i fuochi d’artificio,
ma non erano la cosa più bella da vedere in quella sera cosi speciale,
lui sognava d’intravedere, anche solo per un istante,
una delle tante stelle cadenti che tagliavano di luce e meraviglia il cielo d’Agosto:
“Ma davvero se ne vedo una posso esprimere un desiderio?”
Chiese Prisma a bassa voce al fratellone, che steso sul lettino di fianco, con la testa appoggiata fra le mani, osservava da dietro i suoi occhiali da nerd rosso neri, con tanta dolcezza, il cambiamento d’espressione di quel ragazzino che fino a qualche anno fa teneva fra le sue braccia:
“Certo, ma devi tenerlo per te il desiderio, se lo dici non si avvera poi” –
rispose in tono semi-serioso, rimanendo con lo sguardo fisso verso la cintura di Orione:
- “Ma sei sicuro? Non e che mi stai prendendo in giro vero?” –
Chiese indispettito il piccolo, allora Francesco s’alzò, prese con una mano la spalla del bimbo, e fissandolo bene negli occhi gli disse:
“Se ci credi davvero, ogni tuo desiderio s’avvererà, devi solo crederci con tutto il tuo cuore..”
e se lo strinse a se , mentre il cielo esplodeva di colori, e le stelle si tuffavano nelle spume fresche del mare..
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“Guarda Orione! Guarda quante Stelle cadenti!”
Sembravano passati secoli da quando erano partiti dall’Isola Specchio,
e durante il loro inseguimento della grande Stella Verde, avevano rasentato la follia,
solo grazie a Dino e ai suoi poteri curativi erano riusciti ad oltrepassare i momenti peggiori,
però forse,
ne era davvero valsa la pena,
i loro occhi, ora, s’incrociavano con un paesaggio incredibile,
milioni di stelle verdi cadevano tutt’attorno alla linea che circondava l’orizzonte del quadro,, e ogni volta che una di esse toccava il mare,
faceva risplendere d’un colore diverso l’acqua, e ciò che vi si trovava vicino, sembrava quasi una cascata stellare incessante:
“I miei occhi non si erano mai posati su nulla di simile caro fratello, sento che siamo sulla strada giusta, forse il tempo della fame e della fatica, e giunto finalmente al termine per davvero..” -disse sorridendo a fatica –
Di fatti il giovane sciamano presentava chiari segni di cedimento, era si un grande saggio, ma era umano esattamente come il suo piccolo amico , ogni volta che stava per crollare, Dino gli leccava la faccia, o gli si metteva vicino guardandolo con i suoi occhi color rugiada delineati da una sottile linea nera e subito Orione sorrideva:
“Il talismano indica proprio quella via, anche io sono stravolto per il lungo viaggio amico mio, ma vedrai che il peggio passerà una volta arrivati..” -
Oltre alle stelle, tutt’attorno al veliero iniziarono ad accalcarsi pesci e polipi d’ogni tipo, la cosa veramente strana, era che più andavano avanti, più l’acqua lentamente cambiava colore dal blu limpido al verde smeraldo, finché arrivarono alle porte di due enormi torri arrugginite che spuntavano dall’acqua, dall’aspetto dovevano trovarsi li da prima che il pittore iniziasse a dipingere:
“Guarda Orione, guarda!!!”- gridava stupito Prisma dalla punta della prua –
Era incredibile, dopo le torri s’ergeva lontano una quercia cosi grande che copriva il cielo con i suoi rami, il fusto finiva in un isola da cui fuoriuscivano milioni di radici enormi che s’attorcigliavano tutte spuntando talvolta anche fuori dalle onde stesse, una densa nebbia iniziava a porsi fra loro e lo sguardo, e se prima di vederla avevano il cuore pieno di meravigliosa speranza, ora temevano di aver sbagliato completamente direzione:
“Non e possibile, non sento che un lieve battito del cuore della Grande Madre, sembra che anche qui sia passato il tocco maligno del Leone, spero di sbagliarmi, ma quelle due torri non mi piacciono per niente..”
Giunti al cospetto di quelle due strutture abnormi, la tensione era alta nei cuori dei nostri eroi, ma solo un gelido vento li oltrepassò,un vento che gli diede giusto il tempo di leggere cosa c’era incastonato su entrambe:
“Da qui nessuno torna indietro”
E una forte folata di vento travolse il veliero con onde immense, distruggendo tutto, e trascinando i nostri due eroi sulle rive dell’isola.
“Coff Coff bleah! Che sapore schifoso ha quest’acqua, sa di alga marcia e pesci avariati – disse tossendo via un pesciolino dalla bocca rialzandosi a riva Orione –
“Che cosa diavolo é successo? Come ho fatto a non sentire che stava arrivando un pericolo cosi grande? Ah…”;
Orione dimenticava, che dopo lo scontro con l’imperatore, aveva prosciugato la sua fonte di energia magica, e ora non era altro che un normale mortale, sospirò e s’alzò di scatto, pulendosi per bene i vestiti, rimase attonito una volta alzato lo sguardo, già enorme sembrava da lontano, ma da cosi vicino sembrava che non esistesse altro che quell’isola, tutt’attorno, insetti è animali strisciavano e volavano, enormi rospi tricorni saltavano nelle paludi, e cantavano sotto la luna, c’erano tartapugli che s’alzavano e cambiavano la forma dell’intera giungla, le zanzambre enormi zanzare che succhiavano metalli e lo usavano per costruire nidi splendenti, o anche i rinocosmi rinoceronti che nascevano dall’acqua ogni notte non appena la luce delle stelle ne toccava la superficie.
Non fecero in tempo ad abituarsi a quella calma cosi strana, e alienante,
che all’improvviso come se piovessero dagli alberi stessi
un’ antica tribu di scimmie circondò i due in fin di vita, a capo della combriccola c’era un bambino con una maschera di legno intagliata, era leggermente più alto delle sue piccole amiche, ma i suoi toni non erano certamente buoni :
“ Come avete osato avvicinarvi alla Grande madre? Sapete che questo è un luogo sacro vietato agli stranieri?”
Disse dalla sommità di una grande roccia,
E si rivolse al suo esercito con la coda :
” Legateli li daremo in sacrificio alla Grande Madre”
I due senza rendersene conto, nell’arco di pochi secondi, erano già legati come due salami a un bastone di legno, al che il Re Bambino s’avvicinò a loro ridendo:
“Benvenuti all’inferno” – e cantando incomprensibili canti, ballando tutte unite, l’esercito delle scimmie entrò nelle profondità della foresta, mentre l’acqua lenta si ritirava, e il sole lasciava il posto a sua sorella luna.