L’isola specchio era una delle isole piu antiche e remote del quadro, l’artista l’aveva dipinta per denunciare la superficialità e l’ambiguità in cui egli viveva ogni giorno, tutto era un illusione attorno a lui, ogni gesto, ogni sorriso, ogni persona, non esisteva per gli altri ma solo per se stessa, e quindi tutto si annientava e si disperdeva.. e per il sistema era giusto cosi, ma non per l’artista.
L’isola si presentava come un dedalo di riflessi, fitti boschi di alberi anch’essi rilfettenti con frutti incolore che rubavano i colori al sole, e quando colti e assaporati non si sapeva mai quale dei tanti prendesse, ma non era mai perfetto il sapore, era sempre un poco meno accentuato..e lasciava sempre un retrogusto amaro..come di caffè..
La spiaggia era colma di conchiglie arcobaleno enormi e a spirale che se ascoltate facevano perdere la memoria..di fatti molti erano i viaggiatori che una volta scesi dal proprio veliero venivano attratti come mosche su di loro e poi passavano l’intera loro vita ad ascoltarne il canto interminabile.. l’isola Specchio era in tutto e per tutto una trappola vivente, divisa per cerchi sette cerchi..ad ogni cerchio una prova piu crudele della prima, per arrivare al centro..la dove risiedeva l’antica civiltà che proteggeva i tesori ed i segreti che l’isola si portava con se, la tribu dei Senza Volto.. uomini dal volto di specchio, che avevano trovato la pace nella perdita della loro stessa identità ed avevano scelto di meditare al centro dell’isola per sempre..donando la propria vita all’isola stessa, e l’isola li aveva ricompensati con la vita eterna, almeno finché essi fosserò rimasti li..una volta lasciata anche solo di pochi metri la spiaggia infatti..essi cadevano e si rompevano in mille pezzi urlando come uno specchio che si rompe..
Il veliero di nuvola ora toccava le lucenti rive, e si fermava, fra sbuffi e scricchiolii, i due bimbi guardavano ad occhi sgranati la meravigliosa costa esterefatti:
“Guarda come brilla Kitsune! Sembra un caleidoscopio ma formato isola!” incalzava Prisma tutto eccitato, ma la bimba non c’era, dov’era sparita cosi all’improvviso?
Kitsune s’era ricordata del tempo che aveva a disposizione con i fantocci di sabbia, si era portata dietro della sabbia di scorta e tutta coricata disegnava veloce un’altra copia esatta di Orione, mentre attenta leggeva la mappa ritrovata leccandosi le labbra lentamente, al sol vedere quell’enorme rubino, grande quanto un cuore umano :
“Il tesoro deve essere nascosto proprio qui oltre il sesto cerchio” indicava con occhio attento con le piccole dita il viaggio che doveva percorrere dalla spiaggia sino al bottino;
“Deve essere nascosto dentro questa Piramide di cristallo al centro dell’isola” ripeteva fra se e se la bimba “Ma molte saranno le insidie e le trappole da superare, non sarà come rubare le gemme delle dame al mio vecchio castello..ma d’altronde stiamo parlando del piu grande rubino mai visto da occhio umano..un autentico capolavoro del creato..”
Il disegno sulla sabbia era completato, il bastone completò piano la figura dello stregone :”Ora alzati ombra di sabbia, e cammina” e fra lampi di luce fievole dal piccolo rettangolo di sabbia disegnato si alzò annaspando nei granelli la copia perfetta di Orione..
“Per servirla” disse con tono vuoto la creatura, Kitsune sorrise e infilò la mappa nella sua borsa da viaggio: ” E ora di partire verso il mio destino andiamo”
“Finalmente siete arrivati voi due!” disse Prisma che intanto si era steso a pancia in su sopra la sabbia :
“Pensavo vi foste persi dentro una di quelle conchiglione che si vedono qua in giro, dove si va allora?” incalzò il bambino mentre si spolverava i capelli arruffati;
” Si va al centro dell’isola..ma restiamo uniti, le cose potrebberò diventare molto pericolose” disse piano Kitsune “Prisma tieni ti eri dimenticato il bastone in cambusa!”
“Grazie che smemorato che sono! Non ti preoccupare ti difenderò io!” disse il piccolo umano “Grazie a questo bastone posso creare tutto quello che la mia mente vuole nessuno potrà fermarci! Vero Orione?”
Il fantoccio annui in silenzio :”Nulla può fermarci, finche resteremo uniti”
“Cosi mi piaci fratello mio! Andiamo allora!”
E la banda superò le conchiglie arcobaleno e si inoltro nella giungla dei riflessi..
Quello che loro non sapevano, e che non era scritto nemmeno nella mappa di Kitsune, era che ogni volta che un essere umano toccava la terra dell’isola dall’altra parte dell’isola veniva creato il riflesso contrario della persona stessa..e che solo uno dei due sarebbe ritornato vivo a casa..
La giungla respirava..e il sole cocente batteva forte sulla fronte dei nostri avventurieri, mentre fra i rami incolore migliaia di piccoli occhi osservavano in silenzio..osservavano..e seguivano ogni passo..con le orecchie ben tese.. e il cuore che batteva come il centro della terra.. Un ritmo antico..un ritmo..che non aveva mai avuto fine.