Prisma e l’avventura dentro il Quadro – Parte 20 – Il grande Rubino –

Superate le conchiglie magiche e le antiche rovine, la foresta si diramava sempre più fitta, sembrava non aver mai fine, la strada era ancora lunghissima, ma i due bimbi avevano camminato troppo, e la fatica iniziava a farsi sentire:

“Forse dovremmo accamparci qui per la notte Kitsune, non riesco più a camminare dalla fatica..” – bisbigliò il piccolo Prisma tutto affaticato ;
“Tanto la piramide mica può scappare no?” – sorrise lei scherzando –

E cosi i due si sistemarono alla meglio e peggio, Prisma raccolse petali di giungigli e Kitsune piano piano li sistemò con ago e filo, si diedero da fare per sistemare anche dentro, ma il bimbo ormai stufo di muoversi disegnò un paio di aiutanti con il bastone magico e cosi la piccola tenda fu eretta in breve tempo.

All’interno scoppiettava un piccolo fuocherello che allungava le ombre dei nostri due eroi,
cosi tanto da sembrare veri mostri , mentre piano piano morfeo se li portava via con se :

“Kitsune dormi?” disse piano Prisma da sotto le coperte;

“No perché?” rispose incrociando gli occhietti del bimbo spuntare dai lembi del lenzuolo;

“Volevo dirti grazie per avermi salvato oggi, sai se non fossi arrivata tu..ora non sarei piu..”

la bimba fece segno di stare in silenzio;

“Tranquillo, te lo dovevo infondo no? Prima di incontrarti mi annoiavo cosi tanto, ora invece potrei scrivere un libro su quante ce ne sono capitate in cosi poco tempo..e poi siamo amici no? E gli amici si aiutano sempre nel bene e nel male”

Prisma sorrise;

“Sono felice di averti incontrato”

Davanti agli occhi di Prisma, lentamente si aprivano milioni e milioni di petali d’argento e oro, la foresta specchio ormai era alle sue spalle, così come l’incantesimo della Conchiglia, non sapeva nemmeno come avesse fatto ad arrivare fin lì, spesso si guardava le mani, come a dire a se stesso:

“Sono davvero qui in questo momento? Sono ancora io?” ;

ma Kitsune, che era sempre al suo fianco, se lo vedeva perdersi in se,
lo tirava fuori con un pizzicotto sul naso, o con uno scherzo, ma purtroppo, gli effetti della conchiglia magica, non potevano sparire del tutto da chi ne era stato vittima.

Spesso si ritrovarono a ridere fra le foglie multicolore, svegliando con i loro falò o le loro danze strani animali dalla pelle incolore, che impauriti si nascondevano sotto terra, o creavano piccole illusioni trasformandosi in rocce, piccoli alberi, o animali più grossi di loro, ma una volta finito il trucchetto di riflessi di luce..scappavano fra l’erba alta, sparendo alla vista dei due piccoli avventurieri..

Sembravano passati anni da quando si erano inoltrati nell’Isola specchio, la realtà in quei luoghi veniva distorta a tal punto, da far dimenticare agli ignari visitatori lo scorrere del tempo e delle stagioni, ma dopo tante peripezie, finalmente ecco la grande Piramide stagliarsi proprio di fronte a loro in tutto il suo splendore..

Era esattamente uguale alla piu grande delle Piramidi di Giza, solo che al posto delle mattonelle di pietra o marmo, c’erano mattoni di cristallo incastonati l’uno sull’altro, ed ognuno di essi brillava di luce propria.
Attorno alla grande struttura, milioni di persone provenienti da tutto il quadro,  ne veneravano la maestosità inchinandosi di fronte ad essa fino a notte fonda, per molti era il simbolo del potere del Leone o dell’esistenza.. infatti molti stregoni o sciamani passavano la loro intera vita di fronte ad essa pregando o evocando antichi spiriti.

“Non ci posso credere, guarda che maestosità, come può la stessa mano che usava questo pennello arrivare a diventare una bestia cosi feroce..fratello mio, dunque dobbiamo parlare subito con i saggi della piramide!”

Un enorme cerchio magico circondava la piramide, eliminava ogni tipo di magia,
una volta dentro tutti erano mortali di fronte all’immensità della struttura, e allo stesso tempo era un ottimo modo per evitare che stregoni o ladri di rune cercasserò di distruggerla o di rubarne i tesori nascosti.

“Andiamo Dino e Orione la seconda rosa ci attende!” i due feticci seguivano da lontano i due bambini e raccolti gli ordini arrivarono di corsa.

Una volta dentro però, i due feticci creati da Kitsune scomparvero, diventarono sabbia purpurea..urlando come se non avesserò mai avuto bocca..

“Che cosa significa questo? Quale maleficio é stato gettato ai miei compagni? Orione! Dino! Non é possibile tutto questo!”

All’improvviso, calò l’oscurità più totale, come se fosserò entrati in una grotta fredda e tenebrosa, ma durò poco, difatti l’ambiente cambiò ancora, e i due bimbi si videro di fronte una gigantesca piana accarezzata da un sottile manto d’acqua di fiume, si sentiva solo lo scorrere dell’acqua finché prima che Prisma potesse chiedere spiegazioni a Kitsune sull’accaduto, apparverò due ombre incredibilmente somiglianti ai nostri due avventurieri di fronte a loro..

Erano in tutto e per tutto identici alle loro controparti umane, ma non avevano occhi,
e lentamente si avvicinavano a loro, senza produrre alcun rumore, alché Prisma con uno scattò improvviso di coraggio urlò:

“Chi siete? Cosa volete da noi?” l’urlo rieccheggiò nello spazio creando un eco,

le ombre ridevano:”Noi siamo te e lei, siamo qui perché non vogliamo più essere ombre,
vogliamo la vostra carne, il vostro respiro, e sopratutto i vostri occhi..é cosi che funziona quando un essere umano tocca il suolo dell’isola, prima o poi, dovrà scontrarsi con la propria ombra, solo uno rimane, l’altro torna nell’oblio del limbo da cui proveniamo.”

Kitsune terrorizzata stava cercando in tutti i modi una via d’uscita, Prisma le fece segno di calmarsi:

“Non so cosa hai combinato con Orione e Dino ma se vogliamo uscirne vivi dobbiamo pensare in due, ok?” la bimba fece cennò di si con la testa:

“Non hanno gli occhi quindi non possono vederci, se ci muoviamo si, perché l’acqua farà sentire i nostri passi..cosa possiamo fare?” si guardò intorno, e vicino al centro dell’illusione, vide un albero con in cima uno specchio bellissimo:

“Dobbiamo raggiungere quello specchio in qualche modo, ma come?”

Kitsune incalzò lesta: “Farò io da esca, cosi loro mi inseguiranno, e tu potrai prendere lo specchio”

Per il momento era l’unica buona idea, e dato che da li a pochi minuti sarebberò arrivate le ombre, Prisma accettò, la bimba prese a correre come un lampo e le due ombre ridendo iniziarono a rincorrerla : ” Presto Prisma! Presto!!!”

Il ragazzo corse piu forte che poteva, si arrampicò sull’albero e prese lo specchio fra le mani, sui suoi bordi c’era scritto questo:

“Mostrami il volto dell’ombra, ed io ti mostrerò la verità”

Mentre leggeva quella frase le due abnormi figure si stavano attorcigliando al collo della povera principessa : “Pri-s-ma a-i-u-tami…”

Il prode alzò al cielo lo specchio e riverso la luce contro le ombre, la verità era che le ombre non hanno un volto per specchiarsi, e quindi una volta specchiate spariscono..una volta concluso lo scontro, prisma si mise in saccoccia lo specchio, e corse verso la bambina, l’ambiente cambiò ancora e ritornò a essere l’entrata della Piramide di cristallo.

Prima che potesse parlare con la bambina, Kitsune era gia corsa all’interno della piramide, dove tutti i saggi riuniti, adoravano l’immenso rubino della conoscenza assoluta,
nessuno di loro si alzò, sapevano cosa voleva fare quella ragazza..e lasciarono che il suo destino giunse a compimento.

Prisma vide un enorme bagliore rosso, provenire dalla piramide, e iniziò a correre piu forte che poteva, una volta arrivato dentro, vide un enorme baratro, una specie di mulinello rosso, che stava risucchiando Kitsune al suo interno, con una mano teneva la terra, con l’altra un gigantesco rubino.

Stava quasi per cadere ed essere risucchiata, quando Prisma allungò la mano e la strinse forte:

“Che cosa significa tutto questo Kitsune?” chiese Prisma tutto preoccupato e agitato per la situazione inverosimile, il vortice si faceva sempre piu forte intanto che parlava.

“Scusami, non ti ho detto mai la verità, io sono cresciuta come principessa, ma in realtà sono sempre stata una ladra di gemme, era l’unico modo che avevo per sentirmi viva, per riprendermi una libertà che nessuno voleva darmi..sopratutto mio padre..
Scusami Prisma, quando ti ho incontrato non pensavo che saremmo arrivati fin qui, ho trovato la mappa nascosta nella camera di Orione..e ho perso la testa..volevo a tutti i costi questo Rubino, ma ora che lo tengo fra le mie mani capisco quanto sono stata stupida..il vero tesoro eri tu non questo..”

Il bambino era incredulo e terrorizzato allo stesso tempo :

“E Orione e Dino dove sono? Che ne hai fatto di loro si può sapere?” urlava piangendo Prisma;

“Ho creato due fantocci col tuo bastone per farti venire qua, e ho mandato un feticcio di te a Orione per impedirgli di fermarci..sono stata comandata dalla mia stupida avidità..e ora mi sento davvero una stupida..”

Prisma sbiancò in volto a sentire tutte quelle realtà tutte insieme, era stato preso in giro sin dal principio da quella principessa ladra, ma nonostante tutto non riusciva a lasciarla cadere nel baratro : “Perché mi hai mentito Kitsune? Perché? Credevo che fossimo amici! Credevo che ti importasse qualcosa di me! E invece mi hai solo usato! Come posso perdonarti tutto questo?”

La principessa lo fissò negli occhi e gli sorrise dolcemente:

“Scusami, me ne son resa conto troppo tardi dei miei errori, la tua compagnia mi ha fatto tanto piacere Prisma, per la prima volta mi son sentita parte di qualcosa, e ho mandato tutto all’aria per questa stupida gemma..ma sò come farmi perdonare..”

Lasciò cadere la gemma nel vortice, che nonostante questo continuava a reclamare il corpo della bimba, e con la mano libera si tolse dal collo la sua collana su cui era incastonata una rosa color dell’ambra:

“Era questa che cercavi vero? L’ho rubata a un vecchio chimico una sera sull’isola zaffiro.. Per favore prendila tu, e perdonami per tutto quello che ti ho fatto passare..non odiarmi Prisma, e continua il tuo viaggio..sono sicura che riuscirai a farcela..io sarò con te.. addio”

E sorridendogli, Kitsune sparì risucchiata dal grande vortice, la pietra tornò al suo posto, e la voragine scomparve all’istante, i saggi non si erano mai mossi di un centimetro e una volta concluso quell’attimo di caos richiuserò gli occhi e tornarono a meditare, il bambino, che bambino ormai forse non era davvero piu..sospirò stringendo forte a se la collana:

“Addio Kitsune..addio..”

Informazioni su darthpladis

Sono un ragazzo che ama l'arte in tutte le sue forme, dal teatro al cinema, dalla musica alla natura, dalle labbra di una ragazza alla pietà di michelangelo. Amo scrivere romanzi storie poesie favole e canzoni, viaggiare, e conoscere sempre cose nuove.
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