“Eccolo la” gridò Orione puntando il dito verso l’orizzonte..-“Ecco il Cimitero dei sogni”
Il veliero solcava con nobile eleganza le onde dei colori, Prisma che era ormai sveglio da giorni,
per paura di esser di nuovo colpito nel sonno dal leone, si senti esplodere di gioia a sentire quelle parole,
giocava con Dino a nascondino, quel cane era magico, sapeva infilarsi nei colori, intravedevi solo gli occhi se stavi attento,
ma al segnale del giovane sciamano entrambi uscirono fuori dai loro “nascondigli” e corsero subito a in coperta..
Davanti ai loro occhi si estendeva un enorme palude costellata da fuochi fatui enormi isolotti a forme di teschio,
e migliaia di salici piangenti, una fitta nebbia dava come l’impressione che il disegno fosse incompiuto..come se la mano del pittore si fosse fermata prima di esserne completamente risucchiato..
La nave attraccò al porto più vicino, l’unico visibile a occhio nudo, ad attenderli sulla riva c’era un vecchio spettro,
aveva una folta barba bianca e ciglia dello stesso folto colore, teneva stretto uno scettro al cui apice splendeva un grande rubino , aveva un mantello strappato da monaco, che piano svolazzava al tiepido andare del vento..mentre i suoi bianchi occhi stanchi osservavano approdare al suo cospetto quella strana imbarcazione..
“Mi spieghi perché devo infilarmi questo strano abito?” Orione sorrise :”Questo strano abito e una tunica che ti proteggerà dagli spiriti di questo luogo grande anima, e stato tessuto dai monaci del grande Smeraldo, cantano canti sacri dall’inizio dei tempi e dalle loro anime tessono questi sacri abiti..essi donano il loro spirito la loro vita per proteggere quella di altri spiriti a loro affini..”
Prisma si senti subito come un grande stregone a sentire quel discorso, aveva anche il cappello tipo quello che aveva visto in testa a Gandalf in una storia di antichi tempi, ma a lui stava un po’ grandini e ogni tanto gli cadeva sugli occhi..
“Grazie Orione, non so come avrei fatto senza di te..” e lo abbraccio, lui fece lo stesso :”Non ringraziarmi grande anima,
ora però scendiamo c’e già chi ci attende”
Gli occhi di Prisma si illuminarono di curiosità:”Chi ci sta aspettando?” Orione si girò verso la terra e disse:
“Egeo l’antico guardiano dei sogni..”
Scesi dalla nave e guidati da Dino che illuminava con i suoi occhi quella nebbia scura, i due avventurieri incontrarono il vecchio,
che ansimando per i troppi millenni accumulati sulle sue spalle disse:
“Saranno passati secoli dall’ultima volta che i miei occhi han scorto una nave giungere a queste rive,
giovane Sciamano cosa porta te e il tuo compagno in queste lande dimenticate dal creatore?”
Orione s’inchino con rispetto di fronte al nobile spirito, e disse di far lo stesso a Prisma, Dino rimaneva immobile e curioso fissava e girava tutt’intorno annusando con attenzione ogni cosa:
“Siamo venuti per omaggiare gli antichi spiriti con spezie e speranze, il mio amico ha perso da poco un fratello,
e…” Prisma singhiozzò..lo spettro alzò lo scettro e lo batte forte al suolo:
“Chiamerò una carrozza per scortarvi al suo sepolcro quest’isola é piena di insidie e pericoli..i fuochi fatui ci faranno strada..seguitemi..”
Prisma strinse forte la mano di Orione, aveva tanta paura di entrare in quel luogo..sentiva che qualcosa di orribile lo stava aspettando dentro quel bosco..ma cosa?
Un carro trainato da due stalloni dal nero manto si fermò davanti a loro, Egeo entrò dentro la carrozza e fece segno di entrare ai due, poi toccò col bastone il pavimento e i cavalli nitrendo cavalcarono fino al centro dell’isola..un silenzio rotto solo dal vento della notte circondava i nostri eroi..qualcosa lentamente si muoveva nell’ombra..due occhi li stavano seguendo..
due occhi affamati di sangue.