Il veliero di Orione solcava il cielo dei colori , era fatto di nuvole sogni e fantasia, e brillava come un faro di smeraldi nel buio della notte,
Prisma si era addormentato in lacrime anche quella notte, urlava a volte nel sonno, come se milioni di demoni cercasserò di strappargli l’anima, o di impedirgli di arrivare là dove suo fratello era imprigionato, urlava, e nella notte Orione lo medicava con incantesimi e riti sacri: “Povera anima nobile, guarda come il mondo ti trascina in quel limbo di terrore, solo nei sogni riescono a colpirti tu che hai un cuore puro..ma non preoccuparti, Dino e io ti aiuteremo..” e con un gesto sottile ne accarezzava i capelli bagnati da così tanti sospiri..
Il cielo, fuori dal veliero, era un turbinio di colori, che si intrecciavano fra di loro, spezzati solo dalla chiglia della nave,
i giorni e le notti, non esistevano all’interno del quadro, non esisteva tempo, ma spazi illimitati cosi come illimitata era stata la fantasia del creatore..il Leone.
Il Leone, Francesco, o almeno ciò che rimaneva di lui..il suo spirito..uno spettro che si muoveva nell’ombra alla ricerca di emozioni, avendole perdute tutte si cibava di esse..non era piu umano, non era piu un mortale, egli aveva diviso spirito e corpo per cercare di spezzare quel dolore che lo opprimeva..e ora non era altro che un anima errante..vagava senza pace,
senza dimora o pensiero nei suoi occhi verdi smeraldo ancora brillava quel fuoco, che l’amore gli aveva donato,
dall’alto di una montagna vide lontano l’ergersi del veliero di Orione fra le nuvole, e con tutto ciò che aveva in petto ruggi,
e il suo ruggito portato dal vento in ogni oscura landa fece calare la notte di colpo.. il Leone s’addormentò..Francesco..o almeno ciò che rimaneva di lui..
“Cos’e stato?” si sveglio all’improvviso Prisma tutto sudato..Dino era vicino a lui e gli lecco il naso per calmarlo,
con dolcezza lo accarezzò, prese su la coperta perché il freddo lo stringeva forte, e usci dalla cabina..
Orione era al timone fermo, impassibile, sguardo fisso verso quell’orizzonte senza fine di colori e illusioni, senti arrivare il suo piccolo amico e con fermezza disse:
“Era il suo ruggito, il suo spirito ci ha visto..ora sa che stiamo navigando verso di lui, i suoi occhi vedono oltre e oltre e la nostra meta..”
Prisma guardò le onde dei colori, muoversi e sbattersi contro la poppa della nave, con le dita ne sfiorò piano la superficie,
sembravano dense come miele ma soffici come nuvole..e tutti quei colori poi gli correvano sul corpo prendendo forme di folletti o fate o semplici lucciole che lo circondavano di fresca fantasia..poi sorridendo disse:
“Non ho paura, io sò che dentro di lui c’e un cuore, sò che posso salvarlo..c’e ancora una speranza..lo so, lo sento Orione..anche se sembra impossibile..non avrò timore..infondo é mio fratello abbiamo lo stesso sangue..”
Orione sorrise.. :”Allora cosa stiamo aspettando grande anima? Dirigiamoci verso la prima meta e che Shiva ci indichi la via per riportare la luce in lui..” con queste parole il giovane sciamano cambiò rotta e le vele ne seguirono la scelta..
La loro prima meta era il cimitero dei sogni, in quel luogo eran stati sepolti tutti i sogni irrealizzati, i desideri espressi e non esauditi, in quel luogo dimorava una delle sette parti del cuore del Leone..che dall’alto della montagna fiero e orgoglioso osservava il piccolo veliero muoversi fra i mondi da lui stesso creati.