Un grigio dalla forma indefinita si stende a perdita d’occhio
milioni di auto sfrecciano come saette da entrambe le direzioni del nulla,
io non ho che le mie gambe,
nessuno si può fermare a darmi un passaggio,
nessuno può dare un passaggio a un uomo senza volto.
Non ricordo bene perché cominciai a camminare.
ma ricordo che era una notte come un’altra
il rumore della città rimbombava ovunque,
ed io ero chiuso in camera con nella testa una musica che riusciva a toccarmi il cuore,
Quel cuore che io stesso avevo imprigionato in una prigione di catrame,
tutti dovevano ingurgitare quella roba ogni giorno,
era normale, era legale, era il Grande stato a volerlo,
ma quella sera mentre sistemavo alcune carte da timbrare,
da uno dei voluminosi libri impolverati,
cadde una foto,
lentamente si posò sul pavimento,
incuriosito mi alzai piano per darle un occhiata da vicino,
in quel piccolo quadratino scattato negli anni della mia giovinezza,
eravamo rinchiusi io e una ragazza,
uno dei miei primi amori,
rivedere il suo volto mi fece sorridere dentro,
mi fermai dunque,
dimenticai il mio lavoro,
e ritornai indietro con la fantasia a quei giorni..
Sembravano passati secoli, quando in verità non eran passati che pochi anni dal nostro primo incontro,
eravamo vicini di banco nelle ore di cultura, e per parlare fra di noi scrivevamo in un blocco d’appunti color arancio,
non so perché
ma di quegli attimi
ricordo solo i suoi occhi e le risate
che ci facevamo fra una parola scritta e un’ora di chimica..
Il nostro primo bacio capitò a Venezia,
durante una gita come un’altra organizzata dalla scuola..
Venezia..
Di colpo cominciai a sudare freddo..
Venezia..
in preda a un ira interiore cominciai a distruggere tutto ciò che trovavo di fronte a me..
Venezia…
come avevo potuto essere cosi cieco?
Venezia..
come avevo potuto lasciare la possibilità a quegli avvoltoi del governo di rubare la mia vita!!!??
Venezia..
e la mia casa andava a fuoco.
Nulla in questo ingranaggio grigio ha senso per il nostro cuore,
ha senso per la società perché essa si ciba della nostra esistenza per sopravvivere;
ragionamenti di questo genere cominciarono a fioccare nella mia mente sempre di piu,
e piu riguardavo quella foto piu vive e forti diventavano le mie parole,
lei era tornata per aprirmi la via,
per ricordarmi chi ero,
non un pezzo di una macchina mondiale,
ma un essere umano,
un essere fatto di emozioni, nato dalle mani dell’universo,
non per completare un rompicapo aziendale,
ma per vivere della bellezza del creato..
perché esso esiste solo ora, e non ne esisterà uno uguale a questo mai più…
Per questo motivo ora cammino,
anima nobile risvegliata da un ricordo d’amore vero,
uomo libero guidato dall’essenza dell’universo,
uomo solo circondato da fredde macchine-umane,
uomo vivo intoccabile dalla mano del triangolo,
cammino sul filo dell’equilibrio fra Yang e Ying,
con la polvere negli occhi,
e il dolore che mi stringe i polmoni,
ma con nel petto quella luce d’oro lucente
che fa risplendere i miei occhi come le punte di Sirio
nell’oscurità che pervade questo mondo.
grazie..
L arte in persona
Grazie mille 🙂