se non il desiderio di ingabbiare, trattenere, analizzare, tenere calme tutte quelle cose a cui ogni persona, ognuno di noi non sa ne il significato ne la verità.
E da un paio di mesi che mi soffermo sull’importanza del nome, delle parole, perché associamo un suono a un immagine, per riconoscerla ovvio,
ma, ogni lingua, ogni religione, ha un modo diverso di chiamarla quella determinata cosa,
quindi,
il nome non ha veramente importanza?
Io per esempio, giusto per fare un esempio facile e veloce, dico, in Inglese gatto si dice cat, in Francese grazie si dice merci, quindi in se il valore, il calore con cui si dice, si capisce anche se non c’e l’ha addosso quel verbo o no?
Io penso che si dia troppa importanza al nome, e pochissima importanza alla verità, all’essenza, all’armonia,
come se fossimo tutti dei prodotti della Conad, e uno quando passa con il carello afferra l’etichetta, legge Melone, e passa avanti, perché a lui il Melone non piace, ma se dentro quella busta non ci fosse stato il Melone, mettiamo caso?
Molti poi non comprano perché non conoscono, ed evitano di conoscere perché ciò che si conosce da sicurezza,
la sicurezza di avere qualcosa che sai che non può farti del male,
che ti piace,
sicuramente,
assolutamente.
Il tutto e contornato da blandissimi pregiudizi, televisioni che diventano grandi piu dell’uomo ormai, se non il doppio, in casa ormai non c’e piu neanche la cucina, c’e il televisore e bon, basta, ma, se il televisore si chiamasse chessò, Pozzo, la guarderebberò tutti lo stesso?
Pensieri vaghi.
Pensieri ovvi.Su convenzioni ovvie.Di Uomini ovvi.E\’ l\’essere Visionnaire che salva la mente.Poi però gli Uomini ovvi ti etichettano come "strano" e non ti si avvicinano e ti criticano da lontano e da dietro e anche di fronte ma senza guardarti.Ma chissenefrega, l\’ovvio fa schifo.